
A volte sorge il dubbio che Roma sia una città di carta, non tanto e non solo per i tanti scrittori che l’hanno abitata e ne hanno scritto, quanto per le pagine e le storie che si nascondono nel palinsesto di esistenze che è dentro le sue strade e le sue case. Ed è questa Roma “abitata” che Ghiotti indaga nel suo vagabondaggio letterario. Come recita il sottotitolo, da Pier Paolo Pasolini ad Amalia Rosselli, è un itinerario tra libri e autori, tra siti urbani e movimenti esistenziali, pagine e quartiere di vita, in una città così densa di storia da assorbire e riflettere le storie personali, restituendole in forma di poesia, racconti e romanzi, di cosa e di rosa. È una romanità conquistata per diritto di cittadinanza letteraria, poiché molti scrittori e scrittrici non sono nati nella metropoli ma ne hanno respirato la linfa vitale: Penna era perugino, Caproni livornese, Pasolini bolognese, Bertolucci parmense, Insana messinese, Zeichen fiumano. Forse proprio la diversa provenienza, lo sguardo altrui, l’approccio forestiero, hanno consentito una migliore lettura del testo urbano, lontano dagli stereotipi e oltre l’assuefazione alla bellezza di chi attraversa le strade della storia senza coglierne il pathos. Qualche targa sui portoni, qui e lì il nome di una strada, la città ha una memoria scarna di quella che è invece pietra miliare della sua storia. Di qui questo libro essenziale, che aiuta a comprendere tanto Roma quanto la sua anima letteraria. Si passano in rassegna tanto le vie del centro quanto le borgate, le periferie di un tessuto urbano tentacolare, fuori e dentro il raccordo anulare. Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Jolanda Insana, Giovanna Sicari Vito Riviello, Antonio Veneziani, Renzo Paris, penne di ieri e di oggi affollano le strade di una città-cantiere, dove si costruiscono cattedrali di carta, perse nei fumi e nei disagi di una capitale. Roma città vetrina ma anche urbe sgangherata, dove i monumenti fanno a cazzotti con i mostri architettonici, dove la storia bisticcia con la prosaicità del presente. Nei bassifondi prendono voce anche i giovani poeti, studenti e studentesse che si riuniscono negli scantinati, nei teatri e nei piccoli garage, dove si scrivono oggi quelle che saranno le pagine di domani. È un itinerario lento e senza tempo, compiuto dall’autore col passo colto del flaneur. Dentro il palindromo del nome della città c’è tutto l’amore plurale dei suoi figli per la metropoli tentacolare.
Giorgio Ghiotti
“A Roma” – da Pasolini a Rosselli
Perrone editore
Pagg. 110 – euro 15