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ESTETICA E MEMORIA SUI BINARI DELLA STORIA

La grandi stazioni italiane non sono soltanto luoghi di transito della Storia, ma spazi porosi, che hanno assorbito le storie di milioni di persone, agorà dinamiche dove le generazioni si sono date appuntamento sui binari. Il volume “La memoria delle stazioni”, pubblicato da Marsilio in collaborazione con Cinecittà e l’Archivio Storico dell’Istituto Luce, ha una doppia funzione: è catalogo dell’omonima mostra visitabile fino al 1 novembre 2022 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e rappresenta allo stesso tempo un pregevole volume fotografico e narrativo sul tema in oggetto. È un ritratto del Bel Paese attraverso otto stazioni di altrettanti importanti snodi ferroviari: Trieste, Venezia, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Messina. In particolare, a curare il volume è Chiara Sbarigia, che illustra le ragioni di un percorso espositivo di grande interesse sotto il profilo culturale, letterario, sociologico e fotografico. “La memoria delle stazioni – scrive Sbarigia che è presidente di Cinecittà – riassume bene le linee guida che hanno improntato il mio progetto culturale per Cinecittà, a partire dal ruolo centrale che riveste l’Archivio Luce, un patrimonio inestimabile di immagini e filmati che deve essere divulgato, valorizzato, arricchito e soprattutto messo in dialogo con altri archivi e altre espressioni artistiche, fedele al principio secondo il quale una ricchezza inattiva è una verità inerte». Da un punto di vista fotografico, le immagini d’epoca rappresentano un documento straordinario, ogni scatto è come un libro, ogni persona, oggetti, treno, particolare ritratto vale come un viaggio nel nostro passato prossimo e remoto. La figura umana è specchio del contesto culturale, ciascun individuo smarrito nella folla si fa spontaneamente personaggio dell’immaginario del lettore. Accanto ai viaggiatori anonimi, le preziose immagini d’archivio mostrano in transito anche personaggi illustri: da Gandhi ad Alfred Hitchcock, da Anita Ekberg a Luchino Visconti, da Sean Connery a Marcello Mastroianni. In questo scenario vintage si innestano le fotografie della giovane fotografa Anna Di Prospero, che con la sua macchina fotografica ha  offerto la sua visione contemporanea delle stesse otto stazioni. Il filo rosso, è il caso di dire, è rappresenta da una donna enigmatica vestita appunto di rosso, che appare come unica nota cromatica nelle stesse scene ferroviarie, segnando con il suo abito rosso lo stacco tra bianco e nero e colore, passato e presente, storia e attualità. A trasformare il catalogo in un volume da leggere e conservare è poi la parte testuale, con l’apporto di altrettanti scrittori che hanno firmato un racconto a tema sulle otto stazioni: Enrico Brizzi per Bologna, Mauro Covacich per Trieste, Gaia Manzini per Milano, Melania Gaia Mazzucco per Roma, Valeria Parrella per Napoli, Tiziano Scarpa per Venezia, Nadia Terranova per Messina e Sandro Veronesi per Firenze. La Memoria delle stazioni è un album straordinario sui binari paralleli del tempo, il passato e il presente sembrano correre insieme nella direzione di un futuro che passa ancora attraverso le nostre cattedrali ferroviarie. Un opera da sfogliare, contemplare, leggere, rileggere e conservare, come una prenotazione sulla carrozza della nostalgia.

Chiara Sbarigia (a cura di)
“La memoria delle stazioni”.
Ediz. italiana e inglese
fotografie di Anna Di Prospero
edizioni Marsilio Arte – Archivio Luce
pagg. 240 – euro 38

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Pubblicato da Paolo Romano

Sudtirreno è il blog di informazione e cultura di Paolo Romano

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