GUIDA SENTIMENTALE DI UNA CITTA’ PLURALE

Si dice che a scrivere le guide di una città debbano essere gli stranieri, coloro che la vedono con altri occhi e sono quindi in grado di apprezzarne e riconoscerne gli aspetti più diversi. Ne è la dimostrazione questa “guida sentimentale” alla metropoli di Parigi, scritta da un italiano che fin da ragazzo ne ha vissuto il fascino. A ben vedere, quella di Alberto Mattioli è molto più di una guida: intanto non è turistica e cerca di catturare – oltre gli stereotipi oleografici, il vero genius loci di una delle città più amate e sognate al mondo. Per conoscere la città occorre conoscere in primis i suoi abitanti: abitudini, cultura, vizi, virtù, segreti, idiosincrasie, passioni, fisime, e tanto altro ancora. Solo frequentando i parigini si può conoscere appieno Parigi e Mattioli lo ha fatto per circa mezzo secolo. Di qui un vagabondaggio ondivago e poetico – ma anche estremamente pratico per chi volesse seguirne i passi – tra i venti arrondissement di Paris. Il tessuto urbano in questione evoca, giustamente, mondi diversi: teatro, lirica, gastronomia, arte, musica, pittura e tanto altro ancora. Sorprendendo il lettore, Mattioli ci conduce nei luoghi più curiosi, ricordandoci che persino i cimiteri, con il loro carico di vissuti e di memorie, possono sottendere interessanti aspetti conoscitivi. E’ un piacevole errare nelle strade urbane e della storia, tra marciapiedi culturali e vetrine di costume. Pur muovendo dall’esperienza personale, l’autore non annoia come certi solipsistici resoconti, pur partendo dal memoir e dal diario di viaggio, il racconto sa essere corale, interessare il lettore, aprirsi a ventaglio a spunti di approfondimento che ciascuno sceglierà in base ai propri interessi. Mattioli mostra il lato meno scontato di una Parigi millenaria e senza tempo che ha stregato persino i gerarchi nazisti, tanto da spingerli ad evitarne la distruzione. Nella sua introduzione, Mattioli ricorda che il francese è forse meno bello “ma talvolta più preciso dell’italiano, ha un verbo per definire quest’arte di girovagare con l’unica destinazione di non averne alcuna: flâner. Il vero flâneur è chi cammina per piacere e non per dovere, chi si perde volendolo fare, chi pensa che il tempo perduto sia in realtà guadagnato, bellezza per gli occhi e medicina per lo spirito, e che l’unica mappa che è ragionevole seguire sia quella capricciosa del suo piacere”. Ecco, l’aggettivo giusto è piacevole, un libro che si gusta come un piatto gourmet e che fa venire appetito sin dalle prime pagine, assecondando la tentazione di gustare tutto il volume. E’ come se ogni capitolo fosse la pietanza di un menu dell’irrequietezza, le si vuol saggiare tutte, in un pasto completo utile a comprendere come Parigi sia davvero una categoria dell’anima.

Alberto Mattioli
Un italiano a Parigi. Storia di un amore
Garzanti
Pagg. 144 – euro 16

Pubblicato da Paolo Romano

Sudtirreno è il blog di informazione e cultura di Paolo Romano

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